martedì 14 dicembre 2010

Incontro dell'11/12 dicembre con Sara Zavarise


Vorrei condividere alcune riflessioni sull'incontro svoltosi con Sara Zavarise.
Innanzitutto si è di nuovo ribadita l'importanza all'interno della metodologia del video partecipativo del patto formativo tra formatore e partecipanti. Alla base vi è sempre un'idea di condivisione, il formatore si mette in gioco e tra i partecipanti deve esserci voglia di espressione. Regola importante: nessun video viene diffuso fuori se non stabilito collettivamente.

Revisione dei progetti dei gruppi di lavoro alcuni spunti:
- mantenere il tema aperto e utilizzare il linguaggio della cooperazione nella scrittura dei progetti.
Non avere paura di non avere un tema, non mettere insomma davanti ai partecipanti un modello. Sono nate diverse discussioni in proposito come se esistessero due linee di intendere il VP: da una parte i puristi (il genere viene scelto dal gruppo), dall'altra coloro che preferiscono già suggerire un tema anche in previsione del poco tempo a disposizione o di eventuali discussioni con il donor.
Esempi di autonarrazione attraverso il racconto collettivo
Visioni: "Il mio paese", "Melodia jaguesa", laboratorio con seconde generazioni di Padova. Da sottolineare l'importanza della musica che poi indirizza i ragazzi verso il genere del videoclip

Esempi di racconto personale con richiedenti asilo e rifugiati insieme a studenti dell'Università di Bologna, progetto "Bologna Integra"
VP come strumento di valutazione del progetto, alcune discussioni e problematiche si sono sviluppate su questo tema (influenza del donor)

Ridefinizione del ruolo del formatore alla luce delle esperienze viste e dei dibattiti accesi. Suscitare idee e spunti per andare verso un dibattito e una certa direzione.
A volte una semplice domanda può innescare un dibattito e un capovolgimento di vedute e ruoli es. laboratorio di Biddu
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Domenica mattina si è affrontato un tema dal punto di vista operativo, l'idea proposta da Sara Zavarise è stata di lavorare sulla fibra ottica ad Appignano, raccogliere interviste opinioni su questo tema, visto che ci sono dei lavori in corso per il paese, cercare dunque di capire cosa ne pensassero le persone ed in particolare i giovani. Un gruppo realizza le riprese dei lavori e dei cavi. Un secondo gruppo lavora con le persone. Interviste molto simpatiche ma poco ravvicinate, attenzione posta più sull'intervistatore che sugli intervistati. Al rientro e presa visione delle immagini si decide di ripetere le interviste. Successivamente si inizia a compiere tutti insieme una prima selezione delle immagini girate, utilizzando il programma di montaggio.
Il montaggio partecipato funziona, il gruppo è attento e interviene in modo interessato e giustificando le proprie scelte, il gruppo diventa regista.
Riflessione: spesso per ragioni di tempo o di gruppo non si riesce a portare avanti il montaggio partecipato, ma se ne occupa il formatore, in questo caso però è buona cosa condividere almeno 2 passaggi di montaggio, chiarendo le possibilità aperte. Inoltre non affidare mai il montaggio ad un esterno al gruppo che non conosce buona parte del trainig.

Il workshop si conclude con l'obiettivo di rivedere la scrittura dei progetti e di concludere a breve il lavoro video svolto.

1 commento:

  1. A proposito del muntaggio, vorrei aggiungere qualche cosa.
    Evidentemente, il montaggio si fa con i participanti, però per una raggione di mancezza di tempo, spesso, se deve finire del guidore del laboratorio.
    Vuole dire, affinare, rispettando indicazioni dei participanti, con la sensibilita e la conoscienza del montatore.
    Invece, e molto importante dopo di mostrare quello che avete fatto da solo ai participanti.

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