martedì 7 dicembre 2010

Report interno della seconda tappa di Appignano (20-21 nov. 2010) A cura di Théo Ercolano e Stefano Collizzolli // seconda parte

domenica
Presenti: Roberto, Raffaele (arriva dopo), Annalisa,  Alessandra (va via prima), Giuseppina, Lorena, Arianna, Luigi, Davide, Andrea, Camillo,
Assenti: Alice, Luana, Matteo, Valerio.


Uno:
commento della camera in circolo + irruzione teorica (camera come rispecchiamento del me/ costruzione della fiducia nel self e nel noi // azioni sociali di PV) 1 h
[metodologia.ppt, slides 2 e 3]
Commentando le immagini, ha parlato di più chi non era ripreso perché assente il giorno prima (!). A tutta prima, il gruppo non hanno considerato il ruolo dell'intervistatore, ma solo la faccia dell'intervistato, notando fondamentalmente: l'imbarazzo della telecamera; l'efficacia di alcuni rispetto ad altri (valutazione del contenuto, ed in termini di performance).Conduttore: come mai l'intervistatore non ha fatto domande personali? risposta:le domande personali sono difficili da fare e da subire (G., intervistata da S.: tu mi hai fatto una domana personale, e mi hai un pò ferita.).
A partire da questa concentrazione sull'immagine pubblica si apre il discorso sulla camera come oggetto che cristallizza il self e crea sfera pubblica/faccia pubblica/discorso pubblico - e quindi le azioni sociali possibili.

Due: racconto di Biddu 45''
[immagini oltre il muro vero.ppt + metodologia.ppt, slides 11-13]
Presentazione rapida e ex cathedra del percorso. Focus sulla scrittura negoziata e sul pubblico immaginato come elemento decisivo. Calendario. Formazione tecnica e scrittura come fatto unico (recuperando gli esercizi fatti e gli esempi precedenti).Visione film. Parecchie domande. In risposta ad una,  mancata visione per interdetto del padre.

Tre: esercizio di ripresa in esterni con esseri umani 45'
Compito: divisi in tre troupe; ogni troupe racconta un luogo (bar 1, bar 2, piazza dei bar, fortunatamente con bancarella di scarpe…) con tre minuti di immagini, che vanno preparate per almeno un quarto d'ora. Obbligatoria l'interazione con altri esseri umani. Farlo, e riflettere su come attrezzare un trainee a riprendere in esterni.
Molta voglia di farlo, ed altrettanto timore.
Gruppo A (scarpe): molta esitazione, poi approccio allo scarpaio forse con atteggiamento da giornaliste (prima risposta del venditore: mi raccomando poi non scrivete l'articolo). Poi intervista tripla: una cerca la personalità ed il racconto intimo, l'altra il ruolo del venditore e la situazione economica, la terza lo sguardo del venditore su Appignano.
Gruppo B (bar 1). Entrano al bar a farsi un aperitivo, attaccano bottone e dopo un pò, chiedendo il permesso, accendono la camera. Il Riccio racconta a lungo dei suoi problemi erettili e del del dottore bestia che gli ha prescritto delle pillole per la pressione che glielo fanno ammosciare. Brindisi vari (il motto del Riccio e del suo amico con i baffi è: solo il primo bicchiere, quello della mattina presto, fa male. Gli altri no: neanche l'ultimo). Riprese molto destrutturate, problema audio.
Gruppo C (bar 2). Primo approccio dentro al bar senza successo, poi fuori mettono in scena un'intervista-dialogo con un passante. Questo li ha visti uscire dal palazzo del Comune (dove si tiene il workshop), è stato approcciato da L con "conosco la sindaco" ed ha subito etichettato la troupe come emissari di partito o dell'amministrazione: filippica contro l'ampliamento della piazza.

Quattro: commenti delle immagini: 40' prima di pranzo e 20' dopo:

Ogni gruppo ha parlato delle proprie esitazioni (salvo il gruppo del Riccio).  La camera è stata passata di mano in mano. In genere l'idea base è: bisogna costruire un rapporto empatico, informale.
Il formatore insiste molto su come si presenta che fa riprese fuori: che definizio da di se (consciamente o inconsciamente). Questo frame costruito (e non del tutto in controllo di chi riprende: vedi gruppo C) orienta le riprese (il tipo del compagno di bevute, il tipo del giornalista, il tipo dell'attivista politico). Ragionamento sulla relazione. Poi un pò di commenti più tecnici (piani ed angoli di ripresa; difficoltà dell'osservazione; modi dell'intervista e traccia dell'intervista... )
Modello dire (intervista) fare (osservazione) baciare (relazione).


Cinque: divisi in sottogruppi, discussione di sviluppo dei progetti (gruppo, calendario, ruoli di lavoro e scrittura) 1h 15''
[recuperate e riproposte slides già presentate da vari files, e soprattutto da metodologia.ppt]
Imput: ripensate al gruppo ed al pubblico immaginato: tenendo questo in testa, riformulate i ruoli di lavoro e la fase della scrittura.
purtroppo poco tempo per questo passaggio, e poco tempo per restituzione finale alla plenaria dei lavori dei gruppi. Cmq inizio di riformulazione, ATTENDIAMO I PROGETTI via mail.
compiti per casa:
gruppo rugby: incontrare la squadra, riproporre il progetto, eventualmente fare delle immagini per un tesare.
gruppo casa di mattoni: incontrare i ragazzi, NON (ri)proporre loro il progetto, tendenzialmente non fare delle immagini, magari fotografie di sopralluogo
Gruppo tratta e cucina:  devono incontrare le donne SENZA proporre il progetto e SENZA fare immagini; e ripensarci.

Sei: chiusura 25'

Théo conduce la chiusura: suo feedback generale (il metodo mi era un pò estraneo, ma i video mi piacevano: quindi volevo capire cosa ci stava sotto. Le basi del progetto sono un pò le stesse: (gli intenti, il finanziamento ed il modo di ottenerlo, ecc). A Marsiglia l'essenza è di prendere la camera e di scrivere con la camera, non di discutere così a lungo su cosa e come fare.  Questo fa emergere la domanda: nella vostra esperienza, gli esercizi e le riflessioni hanno cambiato le riprese che avete fatto dopo? e come?
Risposte: si; gli esercizi mi hanno insegnato cosa sbagliavo; con l'esercizio fuori siamo partiti senza scrivere, e si è visto il risultato (maggiore libertà/maggiore destrutturazione); riprenderci a vicenda ha rotto una piccola barriera fra di noi, ed ha facilitato poi uno scambio più intimo fra di noi.

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